martedì 11 dicembre 2012

L'e-commerce in Italia

Un recente studio del Boston Consulting Group, realizzato per Google, ha confermato che entro il 2015 ci sarà una crescità delle attività online degli italiani del 3-4%. L'Italia si trova attualmente al 23esimo posto per sviluppo e conoscenza del mondo dell'e-commerce.

Le prospettive per il futuro sono sempre in salita, ma al momento l'Italia è più indietro rispetto ad altri paesi europei e agli Stati Uniti, soprattutto per la mancanza di diffusione di informazione. 

Secondo i dati del 2011 l'e-commerce italiano conta ancora solo il 2,5% dell'economia complessiva, ma per la fine del 2012 è previsto un aumento del 19% del fatturato complessivo delle aziende che fanno e-commerce in Italia. Finora in testa al gruppo ci sono state le aziende che offrono servizi (turismo al primo posto, seguito da ricariche telefoniche e prodotti assicurativi), ma nei prossimi anni saranno quelle che vendono beni fisici a guidare il trend di crescita (informatica, elettronica, abbigliamento ed editoria in primis, seguiti più indietro da arredamento, materiale per ufficio, prodotti per il giardino, casalinghi e alimentari).

Secondo il rapporto del Boston Consulting Group, le piccole medie imprese italiane che sono attive online (con un sito istituzionale e che si avvalgono dell'e-commerce attuando un'attenta strategia di web marketing, anche grazie ai social network) hanno registrato una crescita media del fatturato del 3%, contro una diminuzione del 2,5% dello stesso nelle aziende presenti online ma passive e del 4,5% in quelle che non sono presenti su internet. 

Le piccole e medie imprese italiane che non hanno ancora implementato una vetrina online della propria offerta dovrebbero guardarsi intorno, visto che ormai esistono numerosi servizi e strumenti che permettono di andare incontro a nuove opportunità.

Per quanto riguarda chi è già presente con una vetrina virtuale, ci sono dei punti ancora da migliorare: prima di tutto si deve rendere più veloce e più semplice il processo di chiusura dell'acquisto (in questa fase sono ancora alti i tassi di abbandono), migliorare la qualità di presentazione dei prodotti e servizi, personalizzare l'esperienza d'acquisto e utilizzare gli strumenti di interazione più innovativi messi a disposizione dal web.

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